Stoccolma è una città in continuo cambiamento. Essa è eterna perché il passato, costantemente rinnovato, continua ad esistere e viene mescolato alla modernità. Stoccolma è la città che ci ospita oggi, dopo ben 600 chilometri di strada, canzoni e pensieri sul presente e sul senso di questo viaggio. E’ bello arrivare in una città straniera perché ti ci accosti con rispetto, in punta di piedi. Ed è ancora più bello constatare che – in ogni città – bastano pochi elementi per sentirsi “a casa”: una coloratissima festa di diploma, l’ospitalità di persone incontrate per caso, l’allegria trascinante di un’esperienza che incuriosisce e spinge le persone a interrogarsi sull’autismo e soprattutto sui luoghi comuni che questo viaggio vuole sfatare. La speranza che questo viaggio possa aprire varchi in persone geograficamente così distanti mi riempie di gioia. Giovanni sorride, dialoga, si “innamora” di percorsi, luoghi, cibi, colori e persone. Io faccio tesoro di ogni istante del nostro viaggio e cerco un modo per non perdermi nessuna delle cose meravigliose che stiamo vivendo.
Il presente è l’esito del delicato equilibrio di una moltitudine di variabili e oggi so che non conta il bagaglio iniziale ma ciò che possiamo immaginare di portare con noi. Le persone, a qualsiasi latitudine, hanno bisogno di speranza. E noi supereroi la rendiamo possibile!