Nordkapp
Supereroi - Viaggio in Vespa
da Roma a Capo Nord
oltre l’inclusione!
Con la primavera e l’avvicinarsi dell’estate si avvicina il tempo per i viaggi, e quello che stiamo per affrontare io e mio figlio Autistico, sarà un viaggio davvero particolare.
Si tratta di un vero e proprio giro d'Europa a bordo di una Vespa, che di tempo e strada ne ha già vista tanta considerata la sua importante età (47 anni).
Viaggio che ha l’obiettivo di eliminare i pregiudizi e gli stereotipi, avere una visione del mondo più aperta, tollerante, curiosa, che non abbia paura del diverso, perché a conti fatti, tanto diverso non è!
Partiremo da Roma il 1 Giugno e attraverseremo le bellissime città di Firenze, Bologna, Verona, Trento e Bolzano per poi passare il confine Austriaco, e raggiungere la Germania a Monaco di Baviera.
Da Monaco passando per Norimberga arriveremo a Berlino, da lì tireremo dritti fino a Rostock per poi imbarcarci e arrivare in terra Danese per fare un salto a Copenaghen, Helsingborg e dritti fino a Stoccolma in terra Svedese.
Da Stoccolma nuovo imbarco per raggiungere la Finlandia e da Helsinki ammireremo il paesaggio fino a Rovaniemi a visitare il villaggio di Babbo Natale, per poi passare in territorio Norvegese e raggiungere la meta Capo Nord!
Questo itinerario ci farà viaggiare e visitare territori selvaggi e meravigliosi, dove la natura domina incontrastata!
Copenaghen, Oslo, Helsinki e Stoccolma sono capitali dove la modernità e la tradizione convivono armoniosamente e dove i ritmi tranquilli contribuiscono a rendere alta la qualità della vita.
La Norvegia, pezzo forte di questo viaggio a Capo Nord, è situata ai confini del Mondo, è il luogo dove la striscia di asfalto divide il gelido mare dei fiordi da una fitta vegetazione alpina, dove i sensi sono inebriati dalla fusione di questi due elementi così lontani ad altre latitudini, dove vivere l'emozione di giornate infinite con il Sole di Mezzanotte che non tramonta mai.
Un viaggio in vespa è un'avventura che ci servirà a trovare il vero senso della vita, e a dimenticare e mettere nel cassetto i momenti brutti della prima diagnosi di Autismo.
Sarà anche una profonda esperienza interiore, che rasserenerà il nostro spirito.
La voglia di affrontare con mio figlio questo viaggio è quindi la voglia di rompere gli schemi, per chi come mio figlio ne fa abuso per modalità di vita.
Le emozioni che proveremo quando attraverseremo le strade sconosciute, per scoprire luoghi mai visti, sentire i profumi e conoscere persone che forse vedremo una sola volta nella vita, ma che non dimenticheremo mai, sono irripetibili e sempre nuove, e renderà il nostro legame unico.
Quando si parla di persone, categorizzarle è una pratica deleteria e pericolosa, si entra in un terreno viscido dal quale è difficile uscirne indenni, va capita invece l’importanza della diversità e come valorizzarla, è necessario che ognuno si chieda: cosa sto facendo per l’inclusione? È efficace? Funziona?
Prima di chiederlo agli altri dobbiamo cambiare noi stessi, quando si parla di “neurodiversi” ci si riferisce, generalmente a tutte le persone che si posizionano nel variegato spettro autistico e ultimamente anche a chi soffre di dislessia, disprassia, discalculia o di disturbo da deficit di attenzione e iperattività.
La condizione autistica è semplicemente una specificità umana, una differenza nel modo di socializzare, comunicare e percepire, e che non necessariamente è svantaggioso, abbiamo tutti il dovere di considerare queste persone per come sono, rispettando, onorando, ma soprattutto valorizzando, il loro ragionare diverso per il bene e l’accrescimento comune.
Non dobbiamo cadere nell’errore come quello fatto per tanti anni con i mancini, che venivano obbligati ad essere destrimano altrimenti erano differenti, oggi quella diversità non esiste più. Allo stesso modo, se si togliesse la necessità che le persone autistiche si debbano relazionare socialmente come gli altri, sparirebbe la disabilità dell’autismo.
Viviamo in una società che misura le nostre performance fin dalla nascita, nella disperata ricerca dei valori “standard”.
Fin da piccoli veniamo confrontati con i quantili, quartili e percentili, con la continua ossessione di puntare ad essere nella norma o sopra. Misuriamo mese per mese i nostri progressi nell’ambito motorio, relazionale, sull’udito, la vista e il linguaggio.
Ci misurano quando iniziamo a parlare, quando iniziamo a stare seduti, a gattonare e infine a camminare, sempre in competizione con i nostri coetanei, ma guarda caso i bambini degli altri sono sempre più performanti dei nostri.
Forse alcuni genitori di ragazzi autistici diranno che l’autismo è altro, che è legato alle ripetizioni, ai riferimenti ambientali certi, un contenitore enorme dalle mille sfaccettature e che comprende ipotesi comportamentali diverse. Ma vi assicuro, che se anche mio figlio ad oggi ha superato alcune delle peculiarità, non diminuisce l’enormità dell’impresa che affronteremo insieme. Non abbiamo la pretesa di poter battere l’autismo, ma trovare il modo per farlo essere solo un modo di pensare differente, e far apprezzare la bellezza dell’essere diverso.
E’ possibile provare a non proteggere troppo i propri figli, e si può perfino osare a esporli, solo questo può dare loro la possibilità di esprimersi!